Ci sono momenti in cui la pelle che abbiamo indossato per anni inizia a tirare.
Come una maglia che da bambini adoravamo ma che ora non ci entra più.
All’inizio non ce ne accorgiamo. Resistiamo. Tiriamo l’elastico, cuciamo gli strappi, sorridiamo per abitudine.
Poi, un giorno, qualcosa dentro si spezza o si apre.
E allora capiamo: non ci stiamo più. Non per colpa. Per verità.
Lasciare andare il vecchio sé è come svestirsi sotto la pioggia: ti senti esposta/o, vulnerabile, ma profondamente viva/o.
Nel mio percorso, ho conosciuto molte soglie.
Come quando il teatro – che per anni era stato casa, fuoco, identità – ha iniziato a cambiare forma dentro di me. Non era più solo il palco a nutrirmi, ma la ricerca. Il prima. Le domande sull’umano, sul corpo, sulla voce che vibra quando incontra un’emozione sincera.
Ho dovuto smettere di identificarmi esclusivamente con “l’attrice”. Ho dovuto lasciarla andare per permettere a Serena di fiorire in altri spazi: la donna in cammino, la facilitatrice, la guardiana dell’orto.
O come quando al posto di scegliere una via spirituale con dogmi, strutture e mura, ho scelto il sentiero del cuore, anche se significava camminare senza mappa. Anche se nessuno avrebbe potuto dirmi “stai facendo bene”.
Lasciare andare il vecchio sé: un processo naturale
Lo abbiamo già fatto, mille volte.
Quando abbiamo smesso di portare lo zaino di scuola ogni giorno.
Quando ci siamo staccati dalla mano della mamma per attraversare la strada da soli.
Quando abbiamo lasciato un gruppo di amici che non ci faceva più sentire al sicuro.
Ma da adulti cambia tutto.
Perché il vecchio sé non è solo un’abitudine: è identità. È la versione di te che ha ottenuto approvazione, amore, riconoscimento.
E allora lasciare andare fa tremare.
Perché il vecchio sé è legato a storie, relazioni, riconoscimenti. È legato a chi abbiamo creduto di dover essere.
Lasciare andare non è un tradimento del passato. È un atto di fedeltà verso ciò che siamo ora.
È dire:
“Grazie per avermi portata/o fin qui. Ora posso camminare oltre.”
🧹 Parole concrete, situazioni vere
Lasciare andare il vecchio sé non è solo un concetto spirituale o psicologico: è qualcosa che accade nei dettagli della vita quotidiana.
È quando lasci una relazione che non ti fa più sentire viva/o, anche se vi siete amati molto. Quando decidi di non sacrificarti più per essere accettata/o, e inizi — tremando — a dire “no”, anche alle persone che ami.
È quando smetti di identificarti solo con il tuo lavoro, quello che ti ha garantito uno stipendio e uno status, ma ti ha anche prosciugato lentamente. E scegli di cambiare, anche se nessuno capisce davvero perché.
È quando lasci andare un’amicizia che ti faceva sentire invisibile. Quando inizi a non voler più salvare tutti, e a portare finalmente lo sguardo verso di te. Quando hai sempre fatto “il figlio perfetto” e ti accorgi che, per vivere davvero, dovrai anche dispiacere qualcuno.
A volte il vecchio sé era “il marito di”, “la madre sempre presente”, “la persona efficiente che non crolla mai”. E quando quel ruolo finisce, c’è un vuoto che spaventa. Ma anche una porta che si apre.
Lasciare andare è anche rimanere nel vuoto, senza correre subito a riempirlo. È quando, dopo anni di controllo — del cibo, delle emozioni, delle parole — impari a lasciare spazio. A respirare.
È quando cambi città, casa, ritmo, e ti accorgi che anche il tuo modo di camminare è diverso. Quando smetti di chiederti “piaccio?” e inizi a chiederti “mi piaccio?”. È quando finalmente smetti di nasconderti e inizi a scrivere, danzare, esprimerti.
Ogni volta che scegli te, stai lasciando andare chi non sei più.
Ogni volta che ti riconosci in quello spazio nuovo, stai tornando a casa.
✨ Non un salto nel vuoto, ma un ritorno a casa
Sì, lasciare andare può fare paura.
Ma non è un abbandono. È una liberazione.
È smettere di trattenere ciò che non ti rappresenta più, per lasciare spazio a ciò che ti fa fiorire. È uno degli atti più potenti che possiamo compiere.
Non perché rifiutiamo ciò che eravamo, ma perché finalmente ci permettiamo di essere.
Non è una perdita. È un ritorno.
Un ritorno a chi siamo. Un ritorno alla nostra verità.
🧭 Esercizio: La linea del sé che cambia
Prendi un foglio e disegna una linea temporale della tua vita.
Segna i momenti in cui hai lasciato andare qualcosa di importante (una fase, un ruolo, un’identità).
Scrivi accanto:
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Cosa ti ha insegnato quella versione di te
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Cosa hai scoperto dopo averla lasciata andare
Questo è il tuo archivio di coraggio. La prova che puoi farlo ancora.
🌱 10 semi per lasciare andare con amore
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Ricorda che è un processo naturale
Proprio come il serpente cambia pelle o gli alberi perdono le foglie, anche tu sei fatta/o per trasformarti. -
Onora chi sei stata/o
Non c’è bisogno di giudicare o rinnegare il passato. Ringrazialo per ciò che ti ha dato. -
Riconosci cosa non ti appartiene più
A volte ce ne accorgiamo da un disagio, da una resistenza, da una stanchezza che non passa. -
Accogli la nostalgia senza fermarti lì
È normale sentire mancanza per ciò che si lascia. Ma non è un motivo per restare bloccata/o. -
Dai un nome a ciò che lasci
Scrivilo, raccontalo, verbalizzalo. Dare parole a ciò che passa aiuta a elaborare il passaggio. -
Fai un gesto simbolico
Butta via un oggetto, cambia una foto, scrivi una lettera. Il corpo ha bisogno di rituali. -
Scegli ogni giorno il nuovo te
Non basta lasciar andare una volta. Ogni giorno si rinnova la scelta di chi vuoi essere. -
Sii paziente con te stessa/o
Le vecchie abitudini a volte bussano ancora. Non è un fallimento: è parte del processo. -
Circondati di chi ti vede davvero
Alcune relazioni vanno lasciate perché legate a un vecchio sé. Altre fioriscono nel nuovo. -
Rimani aperta/o alla meraviglia
Ogni fine contiene un seme. Lascia spazio al mistero di ciò che non conosci ancora di te.
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Se stai attraversando questa soglia sappi che non sei sola/o.
Scopri i percorsi che propongo oppure richiedi una sessione individuale: possiamo esplorare insieme cosa sta finalmente emergendo in te.