Ci sono momenti in cui l’impulso più forte è: andare via.
Andare via da una relazione che ti confonde. Da un lavoro che non senti più tuo. Da una città che non ti contiene più. A volte, anche da te stessa/o. Diciamo a noi stessi che ci serve “aria”, ma a volte non è aria, è fuga.
Magari lo dici piano, mentre lavi i piatti o ti metti a letto:
“Se potessi sparire per un po’, tutto si sistemerebbe.”
Ho vissuto questa tentazione molte volte. Come artista, come donna, come facilitatrice. Anche in momenti in cui “fuori” tutto sembrava funzionare, “dentro” qualcosa premeva per fuggire. Perché restare sembrava troppo. Troppo scomodo, troppo intenso, troppo vulnerabile.
Ma ogni volta che ho scelto di restare — nel corpo, nella stanza, nel momento — qualcosa è cambiato. Non fuori. Dentro. Una nuova profondità ha preso forma. E allora ho capito che la vera libertà non è sempre partire. A volte è restare, con presenza.
È lì che ho iniziato ad accorgermi di cosa stava davvero nascendo.
Una nuova forma di guida, di presenza, di servizio. Quella che oggi mi fa essere accanto a chi attraversa i propri passaggi.
💬 “Ma se resto, cosa succede?”
Scappare può essere una strategia. Il nostro sistema nervoso lo fa continuamente: fight, flight, freeze. Ma restare — anche solo per guardare con autenticià — è un atto rivoluzionario.
Significa fare spazio alla realtà, a ciò che sta accadendo, senza giudicare.
Significa dire: “Non so cosa accadrà, ma resto qui con me.”
🔥 Quando restare è trasformativo
Restare non significa forzarsi. Non significa restare in qualcosa che ti ferisce.
Ma significa non fuggire da te, dalle emozioni che ti attraversano, dalla verità che sta emergendo.
Esempi reali in cui il desiderio di scappare è forte:
– Quando una relazione importante sta cambiando e temi di non essere più “giusta/o” per quella persona.
– Quando nel tuo lavoro ti senti invisibile, non più riconosciuta/o, e sogni di cambiare tutto dall’oggi al domani.
– Quando in famiglia vieni ancora vista/o come “quella/o che sistema tutto”, ma dentro senti solo il desiderio di mollare la presa.
– Quando attraversi un momento emotivo intenso, ma preferisci buttarti nel fare, per non sentirlo.
– Quando la solitudine ti fa paura e restare nel silenzio ti sembra impossibile.
– Quando stai aprendo uno spazio tuo, ma hai il terrore di fallire.
– Quando resti in una conversazione difficile senza alzare muri.
🌊 Restare è come stare nel mare senza nuotare subito: ti lasci portare e non affondi.
Siamo abituati a muoverci. A reagire, cambiare, sistemare.
Ma ci sono momenti in cui la vera trasformazione nasce proprio dal non fare, dall’abitare quel tempo sospeso in cui le risposte non sono ancora chiare.
Questi sono i significati che risuonano con il mio restare:
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Ascoltare prima di agire.
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Respirare dentro la confusione.
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Dare valore anche al non sapere.
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Restare presenti nella stanza interiore dove nasce la verità.
🎯 Esercizio: La sedia del presente
Trova una sedia. Siediti. Respira. Immagina che questa sedia sia il tuo adesso. Non puoi evitarlo, ma puoi abitarlo con grazia.
Ogni volta che ti viene voglia di fuggire da una sensazione o da una decisione, siediti lì. 2 minuti. E chiediti:
🌀 “Cosa mi fa così paura nel restare?”
🌱 10 semi per imparare a restare
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Il corpo sa cosa ti muove
Prima ancora della mente, il corpo ti parla. Ascolta la tensione, l’agitazione, il respiro. È lì che inizia la chiarezza. -
L’impulso a scappare è una richiesta d’amore
Quando vuoi scappare, non giudicarti. Chiediti: Di cosa ho bisogno davvero? -
Il disagio non è per forza un segnale d’errore
A volte è un’indicazione che stai crescendo. Non correre subito a risolvere. -
Non sei sbagliata/o se sei confusa/o
Il disorientamento fa parte dei momenti di passaggio. Resta. Sta cambiando qualcosa. -
Il presente può guarire anche quando non risolve
Restare nel presente non significa avere tutte le risposte. Ma è il luogo dove puoi iniziare a sentirti intera/o. -
Puoi restare anche con i piedi che tremano
Il coraggio non è l’assenza di paura. È la scelta di esserci lo stesso. -
Ogni volta che resti, rafforzi il tuo centro
Il tuo sistema nervoso impara a fidarsi di te. E a sentire sicurezza dentro. -
Restare ti fa scoprire nuove parti di te
In quello spazio sospeso, può emergere qualcosa di inaspettato: una intuizione, una visione, un desiderio sopito. -
Non sei sola/o
Molte persone attraversano esattamente questo. Anche se non sempre lo raccontano. Parlarne è un balsamo. -
La tua verità ha bisogno del tuo tempo, non della tua fuga
Ogni trasformazione profonda ha bisogno di essere abitata, non solo pensata.
Restare è una forma di amore verso te stessa/o.
È dirti: “Non voglio più abbandonarmi.”
Se sei in quel punto in cui senti che potresti fuggire… prova, anche solo per oggi, a restare.
Resta nel corpo. Resta nel respiro. Resta dove sei.
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Se hai bisogno di uno spazio sicuro dove essere accompagnata/o in questo restare
puoi scoprire i percorsi che propongo oppure prenotare una sessione individuale.
Sarà un onore accompagnarti nella verità che sta emergendo.